A TU PER TU CON LA NOSTRA DIRIGENTE

Intervista alla Prof.ssa Stefania Geremicca, da quest’anno al timone dell’Istituto “Carducci” di Gaeta

Questo nuovo anno, ormai avviato già da un po’, è partito per la nostra scuola all’insegna di tante novità: prima fra tutte il cambio di dirigenza. Abbiamo con piacere accolto la nuova Dirigente, la Professoressa Stefania Geremicca, che – con grande disponibilità e simpatia – ci ha concesso di farle questa piccola intervista come segno di benvenuto. E noi le siamo molto grati.

Da quanto tempo è Dirigente e perché ha scelto questo ruolo?

Sono Dirigente dal 1° settembre 2019 e ho scelto questo ruolo perché, dopo tanti anni di insegnamento, desideravo poter cambiare diverse cose sulle quali come professoressa non riuscivo ad intervenire. Confesso anche che dopo tanti anni d’insegnamento sentivo il desiderio di far evolvere la mia professione. Soprattutto, sentivo una forte propensione ad organizzare, un’attitudine che negli ultimi anni d’insegnamento avevo nutrito ricoprendo già il ruolo di collaboratrice del Dirigente in una sede distaccata. Quindi facevo già un po’ “da Preside”. Questa posizione, però,  non mi concedeva pienamente la possibilità di incidere sulla scuola. Così ho deciso di studiare moltissimo e di fare il concorso, e devo dire che studiando ho apprezzato delle discipline per me nuove, soprattutto il diritto – che non avevo mai studiato a scuola –   e la gestione delle organizzazioni, una materia bellissima con aspetti che non conoscevo.

Che visione ha del mondo della scuola?

Il mondo della scuola secondo me è un mondo colmo di persone che lavorano tantissimo e che hanno tanta voglia di fare. Circa il 90% dei docenti danno alla scuola – e quindi ai loro studenti – ben oltre il “necessario”. Io sono convinta che fino a quando c’è qualcuno che riesce a trascinare i colleghi verso le innovazioni, la scuola può migliorarsi sempre. Un obiettivo importante è quello di creare il clima giusto: se c’è un clima sereno, se c’è il rispetto reciproco, se non ci si limita a creare i ruoli solo per essere pronti a dare gli ordini, allora si cresce tutti insieme. Del resto, se la mattina entri col sorriso, fai sorridere tutti e quindi la scuola è più bella. Dunque, creare un bellissimo clima è la base per poter cambiare la scuola!

Cosa pensa dell’idea di fare un giornalino/blog del nostro Istituto?

Il giornalino è una cosa molto importante perché avvicina gli studenti alla scrittura: quella giornalistica è ben diversa da quella del tema o della lettera, perché stimola l’informazione. Prima di scrivere un articolo è infatti doveroso che vi informiate, altrimenti, sapete che fine fate? Quella di tutti i giornalisti che scrivono articoli sulla scuola senza esserci mai entrati!

Per questo è importante che il vostro lavoro sia guidato in maniera opportuna dai docenti, perché si rischia facilmente, soprattutto alla vostra età, di cadere anche in cose banali. Ricordatevi che il giornalino è una finestra sulla scuola, chi lo legge ci guarda dentro e quindi dobbiamo far vedere quanto siamo bravi, quanto ci piace stare a scuola e lavorare in gruppo. Perché la scuola non è né del Dirigente, né dei docenti, la scuola è vostra! Quanto più lavorate bene al giornalino, tanto più darete una bella immagine di questo istituto.

Le piace il nome che abbiamo scelto per il giornalino, “Missione Carducci”?

Sì, mi piace moltissimo.

Come vede la “Carducci” tra un anno?

La vedo innanzitutto molto più digitale di quanto lo sia adesso, più inclusiva, soprattutto con studenti non italiani, e la vedo anche più allegra. In particolare, quello che mi piacerebbe fare è iniziare una didattica delle emozioni, che ho già sperimentato nella scuola da cui provengo e che vorrei mettere in atto anche alla Carducci: in questo approccio contano più l’empatia, la relazione, l’attenzione alle emozioni dello studente e anche del compagno, perché questa didattica non è una cosa che fa solo il docente con gli alunni, ma che fanno anche i ragazzi all’interno del gruppo. La didattica delle emozioni porta tutti a stare meglio a scuola. Io la vedo così.

Spero inoltre che gradualmente questa scuola possa realizzare vari cambiamenti che sono già in programma, a partire dalla formazione di aule nuove, per esempio quella di spagnolo, di francese e così via.

È da dire che ho notato subito che la Carducci ha già molte cose bellissime, a partire dai docenti fantastici. Ma soprattutto ho apprezzato che… è a 200 metri dal mare! Questa è una cosa semplicemente stupenda!

Anthea Rot e Noemi Santamaria Moschetta