L’INCONTRO CHE NON TI ASPETTI

Intervista alla Signora Bruna, volontaria Caritas che da anni dona il suo tempo a chi ha bisogno di una mano

Qualche giorno fa, noi alunni della 3E abbiamo avuto la possibilità di intervistare Bruna Giordano, una nostra concittadina volontaria della Caritas di Gaeta. Attraverso questo incontro – per noi molto arricchente – abbiamo avuto modo di capire in maniera più dettagliata cosa siano veramente la beneficenza e il volontariato. Ringraziamo con il cuore la Signora Bruna per aver accettato il nostro invito e per aver risposto con grande disponibilità alle diverse domande che le abbiamo posto.

  • Come funziona la Caritas nel nostro territorio?

Essendo Gaeta una piccola cittadina, tutte le parrocchie hanno deciso di riunirsi in un unico centro situato a via Venezia, dove eseguiamo diversi servizi: innanzitutto la mensa, alla quale possono accedere tutti. Inoltre distribuiamo le buste con i viveri, con le quali riusciamo ad aiutare circa ottantacinque famiglie ogni quindici giorni. Offriamo anche un sostegno alle persone che necessitano di un aiuto economico per pagare le bollette o l’affitto, accertandoci ovviamente della veridicità della loro situazione. Soprattutto durante il lockdown, abbiamo sostenuto tante famiglie momentaneamente in difficoltà. Distribuiamo anche indumenti o pannolini a chi ha bisogno.

Quello che molti non sanno è che offriamo anche sostegno di tipo psicologico, legale e medico, in quanto abbiamo a disposizione uno psicologo, un avvocato, un dottore e un dentista.

  • Quanto è importante fare volontariato?

Il volontariato è molto importante. Lo si può fare anche solo per un’ora o due, togliendo del tempo a se stessi, ma aiutando altre persone:  il volontariato arricchisce principalmente chi lo fa, perché permette di capire la realtà. Questo è importante perché spesso tendiamo a credere solo a quello che dicono in televisione. Ci illudiamo di vivere in un’isola felice e invece a Gaeta ci sono moltissime famiglie che hanno bisogno di un grande aiuto, a partire dalla necessità di trovare da mangiare. Molti ragazzi non hanno tutti gli strumenti per andare a scuola. Per questo noi collaboriamo con gli assistenti sociali di Gaeta, proprio per supportare nell’ambito scolastico i ragazzi che hanno problemi in famiglia. Inoltre, interveniamo nei casi in cui nelle famiglie avvengono episodi di violenza. Dal momento che purtroppo esistono molte situazioni di questo genere, sono state adibite delle case nascoste, di cui neanche noi conosciamo la posizione esatta. Queste case sono nascoste per la sicurezza di chi ha bisogno di protezione e non deve avere contatti esterni.

Quest’anno, a causa della guerra, abbiamo cercato di aiutare anche le famiglie Ucraine, accogliendole nelle case famiglia fuori Gaeta.

  • Da quanto tempo lei svolge volontariato?

Sono volontaria Caritas da vent’anni.  La sensazione di piacere che provo alla fine della giornata, sapendo di aver aiutato anche una persona sola, non è mai cambiata nel corso di tutti questi anni. Per questo io dico che chi ha un po’ di tempo, un’ora, anche dieci minuti, può fare tanto: noi accettiamo tutti. Perché purtroppo siamo pochi, e soprattutto abbiamo tutti i capelli bianchi. Abbiamo bisogno di ricambio che al momento non c’è.

  •  A questo proposito, come si potrebbero avvicinare i giovani al volontariato?

Restando nell’ambito della Chiesa, si potrebbero coinvolgere i giovani attraverso il catechismo. Oppure attraverso la scuola. I giovani sono importanti anche perché vanno a casa e parlano, e così ci fanno arrivare agli adulti. La nostra realtà non la conosce quasi nessuno, a Gaeta la gente non conosce neanche Monsignor Luigi Di Liegro, che è il fondatore della Caritas di Roma. Sulla sua vita è stato realizzato anche un film, che secondo me andrebbe fatto vedere nelle scuole, soprattutto in quelle superiori. Noi abbiamo un collegamento con l’Istituto Nautico di Gaeta, ma coinvolgere i giovani resta molto difficile. Ovviamente non gliene facciamo una colpa, la vita è sempre piena di impegni. Ma l’ostacolo più grande resta il fatto che il concetto di volontariato è poco diffuso tra le persone, che troppo spesso fanno fatica a comprenderne il senso.

Ci possono essere diverse ragioni per avvicinarsi ad un’associazione di volontariato: qualcuno potrebbe essere spinto dalla voglia di ricercare contatti sociali, qualcun altro dal bisogno di dare un senso alla propria vita, oppure di avere un riconoscimento sociale.

  • Chi sostiene maggiormente la Caritas oltre ai privati cittadini?

La Chiesa è la struttura che ci sorregge da sempre grazie all’otto per mille, che viene diviso tra le varie Caritas regionali e diocesane. La Chiesa con questi fondi, oltre ad offrire sostegno economico, a volte si fa anche da garante per far ottenere piccoli prestiti alle famiglie. Inoltre è impegnata in tante lotte importanti, contro il gioco d’azzardo, contro l’usura.  Poi ovviamente ci sono i contributi che provengono dalle offerte dei cittadini, o dalle raccolte nei supermercati e nelle scuole, come quella che dall’anno scorso facciamo qui alla “Carducci”. Questo è importante per far capire ai ragazzi che spesso ci sono persone molto vicine a noi che hanno bisogno di aiuto e magari hanno vergogna di chiederlo. La povertà spesso è mascherata. E invece sarebbe opportuno osservare di più e non giudicare. Qualche volta si mette in dubbio che qualcuno sia povero, magari perché ha le mani curate. Ma che c’entra? Una persona in difficoltà non deve rinunciare alla sua dignità. Bisogna insegnare ai ragazzi a non fermarsi alle apparenze, a saper guardare oltre. Fuggite dalla superficialità, quella che spesso ha chi riferisce male le cose. A proposito di questo, se voi volete essere giornalisti, ricordatevi di farlo bene, raccontando solo la verità!

Gioila Aprea e Anthea Rot